Quanto “si gioca” a Sant’Eufemia?

Già poco tempo fa ci siamo occupati di evidenziare i dati e i numeri del gioco d’azzardo, in Italia e più precisamente a Sant’Eufemia. In quell’occasione ci siamo soffermati su diversi fattori, dai “giocatori”costantemente in crescita alle proposte per limitare il gioco d’azzardo. Oggi, mentre si avvicinano le festività natalizie, ritorniamo sull’argomento, per evidenziare ancora una volta il problema, che è ormai da tempo uno dei problemi sociali anche di Sant’Eufemia. Difatti, nasconderlo o far finta di non vederlo, vorrebbe dire non solo che non si osserva bene il posto nel quale si opera e si vive, ma che si sottovalutano i danni e le possibili conseguenze del problema.

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Andiamo per ordine:

secondo uno studio del GruppoEspresso dal nome “L’Italia delle slot” è possibile con immediatezza vedere quanti soldi sono finiti nelle slot comune per comune nell’ultimo anno. Qui il link dove è possibile consultare personalmente tutti i dati presenti: clicca

Ebbene, a Sant’Eufemia sono stati bruciati circa 1 milione di euro. Con precisione, 945,06mila euro. Non solo, ma abbiamo anche una grande concentrazione di slot, ben 38, con una percentuale molto alta sul dato del numero di apparecchi per ogni mille abitanti, tra i più alti della provincia.

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Precarietà economica, disgregazione sociale e solitudine. Sono questi i fattori di rischio principali per lo sviluppo della ludopatia.

 

Purtroppo i dati nazionali confermano che non si tratta di un problema eufemiese, ma come ben sappiamo, di un problema di carattere nazionale. Il dato più mortificante non è la semplice quantità di denaro che ogni anno viene sostanzialmente bruciato dai contribuenti. Ci sono alcuni dati, che secondo noi, sono più eclatanti e ancor più drammatici. Ad esempio, rispetto al 2015 (88 mld) nel 2016 c’è stato un aumento della spesa pari all’ 8% (equivalente a 7mld): la spesa totale per il gioco d’azzardo per l’anno passato è stata di 95 mld di euro. Questa cifra rappresenta il 4,4% del PIL nazionale, poco meno rispetto a quanto gli italiani spendono per mangiare e più di quanto lo Stato spende, ogni anno, per l’istruzione (4,1% del PIL).

 

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Quello che vogliamo mettere nuovamente alla luce con questo articolo, non è semplicemente il “problema del gioco d’azzardo” che è ben visibile e sotto gli occhi di tutti. Come nell’articolo precedente, in cui ci siamo occupati del medesimo problema, il nostro obiettivo è di sensibilizzare tutti. Opinione pubblica, associazioni e istituzioni, in modo tale da costruire strumenti di limitazione e di contrasto a questo fenomeno. Vogliamo avanzare dunque anche in questa occasione, come in precedenza, alcune proposte:

1-Svolgere durante l’anno eventi pubblici rivolti alla cittadinanza per affrontare i temi della ludopatia attraverso momenti di incontro e dibattito, soprattutto nelle scuole.

2-Provvedere a misure restrittive sulla pubblicità del gioco d’azzardo e alla limitazione degli orari di gioco nei vari esercizi commerciali.

3-Predisporre un regolamento specifico per le sale giochi, che attiene alla tutela della salute e dell’ordine pubblico, limitando l’apertura di nuove sale e prevedendo una specifica distanza tra esse e i luoghi cosiddetti sensibili (scuole,palestre,luoghi di culto)

Infine, oltre a specifici strumenti normativi e di legge, serve ancora una volta appellarsi allo spirito di solidarietà e di vicinanza umana di ognuno di noi. Comunità significa etimologicamente “relazione comunitaria” e cioè “dare-darsi”. Se, non riusciamo a comprendere che in questa reciprocità risiede il vero valore di essere una comunità, le cose che ci divideranno saranno sempre in maggioranza su quelle che potranno unirci.

 

Francesco Martino

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